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IL CASTELLO
DI PONTE
Un
diploma del longobardo Pandolfo,
principe di Benevento dal 961 al 991,
conservato nell'archivio
Arcivescovile di Benevento nomina per la prima volta il
comune
di Ponte e consente di datare anche la fondazione del suo
castello,
posteriore all'Abbazia di Santa Anastasia (VIII
secolo). Fu proprio dall'Abbazia che l'originaria comunità pontese cominciò ad allontanarsi per cercare un luogo più
sicuro, protetto da incursioni e saccheggi, subiti
dall'insediamento benedettino, costruito vicino ad una grande
via di comunicazione. All’abate
Giovanni veniva anche concessa la facoltà di
costruire un castello e renderlo abitato.
Il
castello fu subito realizzato e già
nell’anno 1087 il trasferimento della
piccola comunità pontese, dall’abbazia al
castello doveva essersi completato. E’,
infatti, del 1087 un documento che cita come
primo signore del castello di Ponte, Baldovino
il Normanno, vassallo del conte Rainulfo.
Il nuovo centro abitato fu difeso da mura
e da torri; alcuni ambienti delle strutture medievali sono oggi
inclusi in parte in case di privati ed in parte nella Chiesa del
SS. Rosario. Nel
1134 il castello dovette subire, da parte di
re Ruggiero il Normanno, il suo primo assedio
con successiva capitolazione. La cronaca dell'assedio e della conquista del
castello è descritta dall'abate Alessandro da Telese nell'opera
"De rebus gestis Rogerii
Siciliae regis".
Ai tempi di
Federico II fu posseduto da Nebulone di Ponte,
il quale ebbe in custodia, prigioniero guelfo,
il nobile piacentino Vitolo Palastuello. Nel
1266 fu occupato dalle truppe francesi di
Carlo d’Angiò, prima della famosa battaglia
con Manfredi di Svevia. Il nuovo sovrano
francese, nel 1269, donò il castello a
Giovanni Frangipane della Tolfa che, con il
suo tradimento, aveva permesso la cattura di
Corradino di Svevia.
Con tutto il paese il Castello soffrì le gravi
calamità che colpirono il territorio di Ponte nella prima metà
del XIV secolo: la carestia, una epidemia di peste e un
terremoto. Parti del centro storico fortificato furono così
irrimediabilmente perse. Le torri superstiti, di forma
cilindrica, poste agli angoli del fortilizio a base
approssimativamente quadrata, sembrano rimandare alle
architetture castellari del XII secolo e sarebbero un
rifacimento dell'originaria fortificazione del X secolo.
Dell’originario maniero che doveva avere sette torri cilindriche
di avvistamento e di difesa, oggi sono ben visibili solo quattro
torri, altre due si trovano invece entro le mura che servivano a
separare il palazzo ducale dal resto delle residenze. E' di
particolare suggestione girovagare oggi tra gli stretti vicoli
del borgo medioevale alla scoperta di angoli caratteristici.

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