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ABBAZIA DI SANT'ANASTASIA
Ai margini
dell'antica Via Latina si erge la splendida Chiesa badiale di
Santa Anastasia, dichiarata nell'anno 1964 monumento nazionale.
Fu
edificata nell'ottavo secolo d.c. dai Longobardi, su una
preesistente struttura, una villa romana, in un’area in cui è
risultata una frequentazione già risalente al neolitico e poi
all’età del ferro.
Il
complesso fu poi occupato dai monaci benedettini che si
prodigarono per
bonificare e dissodare i terreni e fu grazie
alla loro operosità che questo luogo, dopo secoli, tornò a
vivere. Nel 980 Pandolfo Capodiferro, principe longobardo, donò
il monastero di Sant'Anastasia e alcune terre della zona di
Ponte a Giovanni, abate del monastero di San Lupo di Benevento.
Un diploma dell'Imperatore Lotario, confermato nel 1169 da un
altro diploma di Enrico VI e da una bolla di Papa Onorio III,
registra Sant'Anastasia tra i beni dell'Abbazia di Montecassino.
Nel XIV secolo all'Abbazia fu aggiunta una torre con due
campane. I Sacramenti restarono nell'Abbazia fino al 1569, anno
in cui furono trasferiti nella chiesa della Santissima Trinità,
costruita vicinissima al castello, presso le cui mura si erano
spostati i pontesi. Nel 1596 i Sacramenti furono trasferiti
nella Chiesa del SS. Rosario.
Attualmente, del complesso badiale, si può ammirare la Chiesa e
nonostante analisi architettoniche condotte, tutt’oggi
occorrerebbe ancora
chiarire se abbia nel tempo subito delle
modifiche strutturali sostanziali e se sia
davvero una chiesa
alto medioevale o parte di un complesso tardoantico, non
necessariamente ecclesiastico.Saggi di scavi archeologici
nell’interno hanno portato al rinvenimento di una tomba
longobarda, databile all'incirca nella metà del VII sec., che
conservava ancora resti del corredo, tra cui armi in ferro ed
una croce conservate nel Museo di Salerno.
La pianta
attuale è ad unica aula allungata con orientamento est – ovest,
con ampia abside e misura 20,50 metri in lunghezza e, causa
l’irregolare andamento dei muri laterali, in larghezza, variando
di 20 centimetri, si rilevano: 9 metri nella parete dell’abside
e 8,80 in quella d’ingresso. L’aula riceve luce da sei finestre
strombate alte che illuminano un interno essenziale e
suggestivo. Decorazioni in cotto a forma di palmetta e di croce
con apici triangolari sono visibili all’altezza della prima
finestra strombata, sul lato destro entrando. Graffiti e simboli
religiosi scolpiti su di una pietra tufacea reimpiegata nel muro
del campanile sono le tracce del passaggio dei pellegrini
diretti al Gargano, a pregare nella Grotta di San Michele.
ORARI DI APERTURA DELL' ABBAZIA il cui interno ospita una
mostra permanente sulla civiltà longobarda.
ESTIVO:
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Ultimo sabato di ogni mese:
ore 10.00 - 12.00
-
Ultima domenica di ogni mese
ore 10.00 - 12.00 -- 18.00 - 20.00
INVERNALE:
-
Ultimo sabato di ogni mese:
ore 10.00 - 12.00
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Ultima domenica di ogni mese:
ore 15.00 - 17.00
Il
sig. Giuseppe Simeone è una delle guide autorizzate dal comune
alle visite ai luoghi storici di Ponte, tra cui l'Abbazia:
Sig. Giuseppe Simeone Piazza Riola Ponte (BN) Tel. 0824/874015
PROFILO STORICO (da "Chiesa Telesina")
La Chiesa parrocchiale era anche Arcipretale, intitolata a S.
Anastasia, titolo che ricordava l’omonima Badia benedettina
citata già in un Diploma del 980 e donde le origini della terra.
Di questa Badia, scrive Mons. Iannacchino, «tuttora si ammirano
le rovine coll’antico campanile ancora intatto e solo ha
cangiata destinazione, cioè d’albergo di vivi in soggiorno di
morti, formando oggi l’area del Camposanto di Ponte».
La Chiesa di S. Anastasia, dunque, «extra moenia», secondo un
documento del 1354, era posta «in pertinentiis dicti castri
iuxta viam publicam et prope pontem...», ed alquanto distante
dal centro abitato. Doveva essere un gioiello di architettura
romanica, tanto da essere classificata da Mons.
De Bellis «perpulchra»: «Ecclesia... S. Anastasiae... antiquae,
et perpulchrae structurae est».
Già nel 1596 il Sacramento era custodito nella Chiesa della SS.
Trinità «pro populi commoditate», onde evitare il disagio di
scendere dal monte in questa antica Chiesa badiale.
Il fonte battesimale si trovava «sub fornice», ornato da una
tela raffigurante il battesimo di Cristo.
L’acqua santa era serbata «in lapide marmoreo ad instar sepulcri,
et apparet evidenter fuisse constructum olim per sepulcrum, et
ex antiqua traditione dicitur fuisse sepuicri S. Grisogoni... ».
Su di esso erano scolpite delle immagini sacre.
L’Altare maggiore era sotto una tribuna a volta.
Sugli altri altari, pur non essendo del tutto sprovvisti del
necessario, non si celebrava più. Essi erano l’altare intitolato
a S. Antonio ed all’Assunta. L’altare di S. Michele Arcangelo,
poi, aveva una tribuna a volta sostenuta da quattro antiche
colonne.
Negli anni successivi vengono solo descritti l’Altare maggiore e
quello di S. Antonio.
La Chiesa, infine, aveva una torre campanaria con due campane e,
retrostante, il Cimitero.
Non aveva Sacrestia e si celebrava solo nei giorni festivi
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