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Da Benevento dirigiamo su Pontelandolfo per la
superstrada che giunge fino al Molise.
Lasciamo sulla sinistra Fragneto Manforte, feudo
dei Montalto, di cui si conserva il bel palazzo
ducale e, più avanti sulla destra, Fragneto
l’Abate, confidenzialmente chiamato dai sanniti
"Fragnitiello".
Notiamo ancora che l’Abate richiamato nel nome
del paese è quello di Santa Sofia, che ne godeva
il privilegio.
Giunti a Pontelandolfo ci viene incontro la
bella piazza con al centro la fontana
settecentesca, cui fa da scenografo fondale il
Castello del XIV secolo.
Di origine longobarda come denuncia il nome
stesso, Pontelandolfo conserva e tramanda i
valori di un artigianato tessile assai
apprezzato nelle varietà delle trame e dei
disegni vivacemente policromi.
Dopo Pontelandolfo, eccoci a Campolattaro,
centro agricolo che sorge sulla riva destra del
Tammaro.
Ancora viva la tradizione dei mimi, che si
rinnova annualmente in spettacoli organizzati
dalla Pro-Loco alla fine di agosto, a
conclusione del raccolto del grano.
Sostiamo a Colle Sannita per ammirare la
suggestiva Chiesetta dell’Annunziata ricca di
sculture provenienti dall’Abbazia di S. Maria di
Decorata.
Giungiamo a Circello ove è stata accertata la
presenza di un insediamento delle popolazioni
liguri che nel II sec. a.C. furono dedotti dalla
loro patria e portati nel Sannio sotto la guida
dei Consoli Bebio e Cornelio.
Tracce imponenti della loro presenza sono
visibili in località Macchia di Circello, ove è
stata ritrovata l’importantissima Tavola Bebiana
in bronzo, che attualmente si trova presso il
Museo delle Terme in Roma.
Ci attende adesso Santa Croce del Sannio.
La cittadina si fa notare per il suo impianto
urbanistico contrassegnato da larghe, spaziose
strade delimitate da dignitosi edifici barocchi
spesso di proprietà di nobili napoletani, che
prescelsero questi luoghi per la salubrità del
clima e per l’amenità delle contrade solcate da
limpidi ruscelli.
Il tenimento di S. Croce è attraversato dal
Tratturo lungo il quale si svolgeva la
transumanza delle greggi che, dagli Abruzzi, si
recavano a svernare in Puglia.
Scendiamo a valle per risalire le falde del
Monte Mutria, ove si abba rbica, nel suo tipico
impianto urbanistico detto a ventaglio, la
bianca, ventosa Morcone.
A larga ed affermata vocazione turistica,
Morcone ha un suo proprio sigillo nella bianca
pietra così largamente usata nella costruzione
dei suoi edifici e delle sue strade.
Da vedere i poderosi resti del Castello, che
corona il Monte Mucre, il centro storico, la
bella facciata della cinquecentesca Chiesa di
S.Bernardino, il Museo delle Arti e dei
Mestieri. |