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Gentes fortissimae Italiae

Di tutte le tribù e i popoli
con cui i Romani si
trovarono a dover contendere
la supremazia sulla Italia
nessuno fu più minaccioso
dei Sanniti.
Le tribù del Sannio
propriamente dette vengono
nominate specificatamente
dagli scrittori antichi.
Ne vengono menzionate
quattro: sono le tribù dei
Carecini, Pentri, Caudini,
Irpini, ai quali vanno
probabilmente aggiunti i
Frentani.
I Carecini, la tribù situata
più a nord, sembra essere
stata la meno popolosa.
Cluviae (quasi certamente il
Piano Laroma) e Iuvanum
(Santa Maria del Palazzo,
quattro chilometri a sud di
Torricella Peligna ) sono
città specificatamente
riconosciute come Carecine.
I Pentri popolavano il cuore
del Sannio, la regione del
Massiccio del Matese e le
sue vicinanze.
Erano forti e temibili, la
spina dorsale della nazione.
Un buon numero di essi era
concentrato nella sola zona
del Sannio, oltre all’Irpinia
, di una certa estensione,
la valle dominata da
Bovianum (Boiano) e Saepinum.
I Caudini il cui nome deriva
presumibilmente dalla città
che essi conquistarono
durante il processo di
consolidamento delle loro
posizioni ai margini della
pianura campana, erano i più
occidentali. Le città dei
Caudini comprendevano
Caudium (Montesarchio), la
loro capitale, e tre
località a ovest del
Volturno:Caiatia, Trebula e
Cubulteria. Anche Telesia,
la città natale del grande
Gavio Ponzio, generale di
straordinaria abilità, a
capo dell’ esercito sannita
che nel 321 a .C. inflisse
ai Romani la famosa disfatta
delle Forche Caudine, era
presumibilmente caudina. I
Caudini vivevano fra le
montagne ai margini della
pianura campana (Monte
Taburno e Monti Trebulani)
nella valle dell’Isclero e
lungo il tratto centrale del
Volturno.
Gli Irpini abitavano la
parte più meridionale del
Sannio, nella zona
comprendente le vallate
dell’Ofanto, del Calore e
del Sabato. Le loro
principali città erano
Abellinum, Aeclanum,
Beneventum (o meglio, nel
periodo in cui appartenne
loro, Maleventum), Compsa e
Trevicum.
I Sanniti, forti e valorosi,
possedevano un territorio
più ampio e un temperamento
più risoluto di qualunque
altra popolazione della
penisola. Erano abbastanza
numerosi e coraggiosi da
rifiutare di sottomettersi
docilmente a Roma e la
resistenza militare e
politica che le opposero fu
delle più strenue. E’ luogo
comune dire che essi, ed
essi soli, rivaleggiarono in
modo veramente temibile con
Roma per assicurarsi
l’egemonia sull’Italia
peninsulare, avvicinandosi
considerevolmente al
successo.
Per mezzo secolo e più, dal
343 al 290 a.C. impegnarono
i Romani nei tre successivi
conflitti noti come guerre
sannitiche e riaccesero la
lotta contro di essi ogni
volta che se ne offrì
l’occasione nel corso dei
due secoli seguenti: la
guerra che prese nome da
Pirro, re dell’Epiro,
potrebbe altrettanto a buon
diritto essere chiamata
quarta guerra sannitica ,
come infatti Livio
suggerisce e Orosio afferma
esplicitamente.
Anche Annibale trovò aiuto e
appoggio fra le tribù
sannitiche e nel primo
secolo, in occasione
dell’ultima grande
insurrezione degli Italici
contro il dispotismo romano,
i Sanniti presero ancora una
volta le armi mostrando
secondo il solito maggiore
tenacia e più risoluta
volontà di resistenza di
tutti gli altri insorti. In
occasione della rivolta gli
insorti chiamarono la loro
capitale Italia.
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