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RICHIESTA DI AUTONOMIA, DEI CITTADINI DI PONTE, AL
CONSIGLIO COMUNALE DI PAUPISI
I
sottoscritti, rappresentanti la maggioranza degli elettori della
frazione di Ponte, ora dipendente dal Comune di Paupisi (Prov. di
Benevento) chiedono il ripristino della propria autonomia, che un
Decreto Reale del 12 giugno 1829 tolse loro, distruggendo, con un atto
arbitrario, tutta una tradizione ed un passato non inglorioso.
A sostegno della richiesta, i sottoscritti sottopongono alcune brevi
considerazioni, che trovano conforto nella tradizione, ed hanno la loro
base in una condizione di fatto attuale, che richiede, come unico
rimedio, l’invocato provvedimento di completa autonomia.
L’attuale frazione di Ponte, fin dal 980 fu terra autonoma, sotto il
nome di Castel-Ponte. Pandolfo, Principe di Benevento, in un diploma, fa
cenno di questa terra, che nel lungo periodo del feudalesimo, ebbe varie
e gloriose vicissitudini:
I suoi naturali seppero, tra due paesi infeudati a potenti famiglie,
farsi un territorio superiore ad entrambi, quantunque minore ne fosse il
numero degli abitanti.
Così Castel-Ponte, ora Ponte, affermò i suoi diritti su ben 17.700.000
mq. pur avendo una scarsa popolazione, mentre Casalduni, con popolazione
più che tripla, aveva un territorio di mq. 23.190.000 e Paupisi, anche
con popolazione importante ha un territorio di solo mq. 11.500.000.
Tal fatto ammonisce come i pochi naturali di Ponte seppero ben
provvedere alle loro sorti, e l’autonomia amministrativa comunale
accortamente tutelare.
Ma il decreto Reale di Francesco di Borbone distrusse anche, quella
rigogliosa vita locale, e Ponte divenne una frazione di Casalduni,
lontana dal centro non pochi chilometri, priva di ogni pubblico
servizio, destinata a versare le proprie rendite per un centro a cui
nulla lo ligava.
L’amor di patria però restò vivo nel petto dei cittadini, ed a
mantenerlo sempre alto concorsero non pochi fattori.
La ferrovia Napoli-Foggia, per necessità di sviluppo, dovette toccare le
falde del piccolo paese; e mentre, ad onta di continue spese allora come
ora, la rotabile, che lo univa a Casalduni, veniva continuamente smossa
da frane, le nuove vie, che da Ponte andavano verso altri centri, e
l’incremento necessario, che la ferrovia produceva, servivano sempre più
a discaccar Ponte dal centro Casalduni.
Ed il distacco avvenne nel 29 novembre 1892: la frazione di Ponte, tolta
a Casalduni fu aggregata a Paupisi, ed ottenne di avere un bilancio
proprio, la lista elettorale separata, ed una rappresentanza nel
Consiglio Comunale di quattro sui quindici Consiglieri, che formavano la
rappresentanza di Paupisi in quel tempo.
Bastò alla industre popolazione avere questo primo benefizio, perché le
riuscisse trovar modo, di raggiungere subito un nuovo e maggiore
incremento.
Infatti, mentre il censimento del 1892 riconobbe in Ponte N. 554 di
abitanti, l’altro del 1901 riscontrò un aumento di popolazione
straordinario:
Ponte era arrivato ad una popolazione di 1569 abitanti.
Come conseguenza dell’avvenuto aumento e delle cresciute energie, sorse
necessaria l’azione spiegata nel 1907 dalla borgata, che mentre imprese
la pratica per ritornare ad esser Comune autonomo, fece valere i suoi
diritti per una più larga partecipazione nell’aumentata rappresentanza
Comunale; da poi che proprio per l’avvenuto aumento di popolazione di
Ponte, in omaggio alla Legge, il Consiglio Comunale da quindici era
stato aumentato a venti Consiglieri.
Tale azione efficacemente condotta, turbò lo stato di quiete apparente,
che regnava tra la frazione Ponte ed il centro di Paupisi.
Da quel momento le richieste avanzate, che avevano fondamento di
giustizia nell’animo dei cittadini di Ponte, parvero lesive ai
rappresentanti di Paupisi: da ciò una lotta fra centro e frazione;
l’una, che chiedeva aumento di rappresentanza e separazione, l’altra che
contrastava entrambe le richieste.
La lotta fu viva ed aspra; ed il risultato, che si ottenne, mentre parve
un trionfo per Paupisi, segnò invece il principio di un periodo fatale
agli interessi amministrativi del Centro.
Dappoiché, mentre il Senato nella tornata del 1 luglio 1908 respinse il
progetto di legge, già approvato dalla Camera dei Deputati, per la
costituzione di Ponte in Comune autonomo, la Eccellentissirna Quarta
Sezione del Consiglio di Stato riconobbe, con solenne pronunziato, il
diritto di Ponte, di avere dieci sui venti Consiglieri Comunali
assegnati al Comune di PaupisiPonte.
Alla base ditale ripartizione si procedette alle elezioni
amministrative, le quali dettero quel risultato, che era prevedibile,
cioè un Consiglio composto di dieci Consiglieri per Ponte, uniti e
stretti in difesa, contro i dieci per Paupisi: due parti uguali ed
inconciliabili fra di loro per fatalità 3 cose, per diversità di
principii, immensamente lontane, divise per giunta dal fiume, e neppure
congiunte da rapporti politici, poiché la frazione di Ponte, restò come
attualmente, a far parte elettorale del Collegio di Cerreto Sannita,
mentre il centro di Paupisi, invece, è parte del Collegio elettorale di
Montesarchio.
Questo stato di fatto produsse le conseguenze fatali, che doveva: quale
sia stata la vita e l’opera di quel Consiglio Comunale costituito nel I
908, e che cosa sia avvenuto nel corso di due o tre anni, è facile
immaginare.
Commissarii Regi e Commissarii Prefettizi si sOnO alternati: non un solo
provvedimento amministrativo ha potuto essere preso ed efficacemente
attuato, ogni accordo tentato, dileguandosi al primo ostacolo: insomma
uno stato di guerra, guerreggiata, che ha tolto ogni pace tra il centro
e la frazione, ognuno diffidente dell’altro, ed insofferente di ogni
vincolo e tutela.
Nella sua unione con Paupisi, Ponte vede un ostacolo alla propria
espansione: favorito da una indiscussa legge, economico-sociale, che
spinge i commerci e gli abitanti dal Colle al piano, attratti
soprattutto dalla forza irresistibile della ferrovia, la frazione che
ogni giorno vede crescere i suoi fabbricati, non può accettare il
dominio del centro, la cui vita va svolgendosi angosciosamente fra le
difficoltà economiche, prodotte da fatti anteriori al 1892, a cui la
frazione fu estranea.
Unico rimedio a questa incresciosa posizione, si presenta la separazione
della frazione di Ponte da Paupisi, e la costituzione di Ponte in Comune
autonomo, dandogli il pristino nome di Cas tel-Ponte.
E vero che in tesi generale, la vita di un Comune autonomo importi oneri
gravissimi, e richieda mezzi economici rilevanti, per potersi svolgere
secondo gli obblighi di Legge, come giustamente e con alto senso
politico fu rilevato in Senato, nel 1908, allorché si respinse il
progetto di Legge per l’autonomia; ma non è men vero che la frazione di
Ponte si trova ora in una condizione privilegiata, e che al momento, in
cui fu discussa in Senato la separazione; non ancora era nota la
decisione della Quarta Sezione del Consiglio di Stato, che ha creato uno
stato di diritto e di fatto completamente nuovo e diverso.
Ora, la nuova condizione di cose, attualmente mette la richiesta di
Ponte in aspetto assai diverso, da quello, in cui si trovava nel 1908, e
crea uno stato di necessità legale, che certamente allora non esisteva e
non potette essere vagliata dal potere legislativo.
In quell’epoca la vita comunale poteva svolgersi ed esistere perché
Ponte aveva quattro Consiglieri e Paupisi undici: e quindi era possibile
il costituirsi di una maggioranza atta a governare e dal cui seno
emanasse Giunta e Sindaco, i quali erano sicuri di veder sostenuta
l’opera propria da un certo numero di Consiglieri. Ma ora più non esiste
tale condizione di fatto.
Ond’è che mentre nel 1908 si trattava solo di discutere e decidere sulla
utilità della richiesta separazione, e sulla opportunità della stessa,
ora si tratta invece di concedere la separazione e l’autonomia per
regolare una condizione di fatto, sorta come conseguenza
dell’applicazione della legge al nuovo incremento della Frazione.
Prima del 1908 la richiesta autonomia poteva essere considerata come una
pretensione trascurabile; ora è una vera necessità amministrativa, alla
realizzazione della quale, nulla si oppone, poiché anche per quanto
riguarda i mezzi finanziarii per la vita amministrativa del nuovo Ente,
la posizione è mutata, ed è sicura.
Già l’esistenza di un bilancio separato col quale la frazione ha potuto
trovare i mezzi per provvedere a tutti i suoi bisogni, così come se
fosse un Comune autonomo, con larghezza e con sani, criterii
amministrativi, ed il largo contributo, che porta al bilancio sociale
per i servizii comuni, dimostrano come la frazione sia in condizione di
provvedere alla propria vita economica. Tanto più che questo bilancio è
di gran lunga superiore, nella parte attiva, a quello del centro Paupisi,
avverandosi un introito annuo di circa Lire 4000 per canoni comunali,
mentre che Paupisi non riscuote altra rendita patrimoniale che quella
molto irrisoria di L. 129. Vi è uno stato di fatto, dunque, che
allontana ogni preoccupazione.
Ponte, inoltre, già provvede da sola ai proprii bisogni, e contribuisce
a provvedere anche ai bisogni del centro come per Legge, quindi, ha in
alto, non in isperanza la possibilità di una vita autonoma; basta vedere
le spese, che già sostiene per convincersi della verità dell’assunto.
Ma ciò non basta, vi è un fatto morale altissimo, che assicura la vita
economica al nuovo Comune, ed è la volontà unanime dei cittadini di
Ponte disposti ad ogni sacrifizio economico per raggiungere l’autonomia.
Questo fattore assicura che al Comune di Ponte non mancheranno i mezzi
per provvedere abbondantemente a tutti gli obblighi di Legge , e ad
organizzare i pubblici servizi, in modo che rispondano alle finalità ed
ai bisogni economici del paese.
I sottoscritti vivono fiduciosi di vedere bene appresa questa loro
giusta richiesta: in un momento storico, nel quale le libertà popolari
trovano nello Stato il loro maggior palladio non è possibile tener più a
lungo repressa un aspirazione, che trova le sue radici nella storia, la
sua ragion d’essere nelle speciali condizioni topografiche, ed ha per
finalità lo sviluppo economico e sociale di un’industre popolazione, a
cui il tempo non è riuscito a sopire il sentimento di autonomia goduta
per molti secoli.
E chiedono ai rappresentanti del Comune l’opere loro - e l’aiuto
necessario per raggiungere tali finalità.
Sarà veramente mirabile esempio di solidarietà, quello, che darà il
Consiglio Comunale, se accettando la richiesta dei sottoscritti,
prenderà l’iniziativa per restituire a Ponte l’agognata autonomia, che
il potere legislativo certamente concederà di fronte al voto unanime del
centro e della frazione, manifestato in forma solenne dalla legittima
rappresentanza popolare.
E nell’esprimere tale desiderio i cittadini di Ponte chiedono di restare
uniti al Mandamento di Vitulano, avendo oramai stretti tali rapporti
d’interessi commerciali, che non sarebbe più possibile spostare senza
grave pregiudizio. La vicinanza di Ponte a Vitulano, maggiore che a
Pontelandolfo, le facili comunicazioni col resto del Mandamento e con
Benevento rendono anche questa seconda richiesta seria ed accettabile
sotto ogni rapporto: anche perché Ponte si sente ligata a Paupisi ed al
resto del Mandamento, e, se chiede l’autonomia per impellente necessità
di sviluppo, non vuole la separazione, anzi invoca l’unione colla
reciproca libertà.
La rappresentanza Comunale accetterà e sosterrà certamente i voti
contenuti nella presente istanza Agnello Zotti fu Giovanni, Ventucci
Libero, Giovannangelo Fusco, Fiorito Crescenzo, Cusanelli Romano
Giuseppe, Iannelli Pasquale, Nave Carlo, Nave Giuseppe, Simeone Michele,
Piccirillo Antonio, Tommaso Romano, De Nigris Giuseppe, Carlo Corbo,
Pica Gennaro, Domenico Meoli, Piccirillo Lorenzo, Pica Angelo,
Piccirillo Lorenzo, Luca Simeone fu Pietro, Piccirillo Carlo, Giovanni
De Maria, Borzillo Nicola, Sarriano Raffaele, Ventucci Domenico di
Antonio, Meola Francesco, De Stasi Pasquale, Nasella Francesco, Libero
Simeone, Fiorito Barbato, Meichiorre Biagio, Gaetano Trosino, Nicola
Piccirillo, Montaldo Nicola, Carmine Simeone, De Filippo Michele, Leone
Nicola, Giovanni Cicchiello, Zotti Nicola, Antonio Zotti, Roberto Mattei,
Pasquale De Cieco, Nave Lorenzo, Iannella Giuseppe, Nicola Simeone,
Giovanni Mazzarelli, Pellegrino Nave, Zotti Michele, Fusco Michele,
Nicola Trosino, Nicola Meoli, Simeone Pietro, De Cicco Carlo, Leone
Antonio, Tommaso Pirozzolo, Giuseppe Borzillo, Capobianco... fu Donato,
Fusco Giovanni, Libero Capobianco, G. Battista Limato, Altieri
Francesco, ... Sarriano, Piccirillo Paolo, Lorenzo Ocone, Andrea
Borzillo, Dott. Sisto DAloia, Fusco Giovanni, Giuseppe Fusco, Romano
Salvatore, Simeone Girolamo, Zotti Pellegrino, Pietro Borzillo, Rocco De
Maria, Pica Giovanni, Guglielmucci Giovanni, Pica Pietro, Donato
Capobianco, Angelo Cerulo, Daniele Cerulo, Salvatore Nave, Antonio De
Cicco, Simeone Guiseppe, Bianco Pasquale,... Pietro, Giuseppe Fiorito,
Giovanni Nave, Gioacchino Palumbo, Francesco Palumbo, Camillo Palumbo,
Simeone Giovanni, Altieri Giuseppe, Peca Cosimo, Guglielmucci Vincenzo,
Capobianco Domenico, Capobianco Pietro, Romano Pasquale, Giovanni
Trosino, Romano Antonio, Angelo De Filippo, Cicchiello Romualdo,
Cicchiello Pasquale, Pasquale Capobianco, Domenico De Filippo, Antonio
Gug1ie1mucci,... Borzillo, Pasquale Pica, Ventucci Alfonso, Ventucci
Cosimo, Perugini, Nave Libero, Giovanni maestro Palladino, Raffaele
Mazzaccara fu Giuseppe, Gaetano Dott. Guglielmucci, Nicolantonio Corbo
Farmacista, Domenico Dott. Corbo, Giuseppe Del Vecchio fu Pasquale,
Leone Ippolito fu Angelo, Leone Ernesto fu Angelo, Dott. Gennaro Romano,
Dott. Leonardo Romano, Giovanni Gianguitto, Dott. Del Vecchio
Pasquale,.. . De Blasio, Gennaro Del Vecchio fu Giuseppe, Francesco
Cocucci, Vincenzo De Angelis fu Luigi, Angelo De Angelis fu Luigi,
Cicchiello Filippo, Nave Nicola fu Pellegrino, Giovanni Melillo,
Avvocato Francesco..., Nicola Zotti fu Giovanni.
Tutte le firme sopra riportate furono autenticate, dal notaio Francesco
Saverio Racchi di Casalduni, nella casa municipale del comune di Ponte
posta in contrada Piano Fosse alla presenza dei testimoni Pietro Augusto
Lauri fu Antonio domiciliato a Ponte a contrada Vicinato di Dentro e di
professione commesso ferroviario e Domenico Romano fu Giovanni
domiciliato in Ponte a contrada Piazza Olmo di professione proprietario.
CAMERA
DEI DEPUTATI
PROPOSTA DI LEGGE N. 1429
d’iniziativa dei deputati
Bianchi Leonardo e Venditti
svolta e presa in considerazione il 28 maggio 1913
Distacco della frazione Ponte dal comune di Paupisi, e costituzione di
essa in comune
Onorevoli colleghi! — La borgata di Ponte (abitanti n. 1833),
attualmente frazione del comune di Paupisi (il cui capoluogo ha n. 1988
abitanti), chiede di essere distaccata e costituita in comune autonomo.
Non ha i 4.000 abitanti richiesti dall’articolo 115 legge comunale e
provinciale perché il provvedimento possa essere domandato per regio
decreto: occorre quindi una legge; e ci onoriamo di proporla, per
iniziativa parlamentare, noi due deputati rappresentanti di quelle due
terre, uno, cioè, del capoluogo (Bianchi Leonardo, collegio di
Montesarchio), l’altro della frazione (Venditti, collegio di Cerreto
Sannita).
Questo fatto della nostra comune proposta di legge varrà a far notare
subito due cose: che, cioè, la separazione è voluta ora di accordo dai
due popoli, e che essa risponde anche alla preesistente e naturale
circoscrizione politica delle due terre.
In proposito, anzi, sentiamo l’obbligo di rilevare, che se una volta
erano ragioni di opportunità e di sperati vantaggi, che inducevano solo
Ponte a invocare la separazione suddetta, ora questa è invocata anche da
Paupisi e anche per vera necessità di vita amministrativa e di propria
autonomia
Infatti Ponte, per ragioni di opportunità e di vantaggi, oltre la citata
diversità della circoscrizione politica, notava queste altre: lontananza
dal capoluogo 8 chilometri; frequenti inevitabili conflitti con Paupisi,
per dispute amministrative e di società; legittima aspirazione propria
di diventare comune autonomo, per le sue tradizioni (essendo stato
comune autonomo fino al 1829), pel suo continuo e progressivo sviluppo,
data la sua posizione sopra una notevole stazione ferroviaria, e per le
sue stesse condizioni di bilancio attuale.
Sono, però, sopravvenute più gravi ragioni di necessità della
separazione, nell’interesse della stessa autonomia di Paupisi; e sono
queste: Prima il consiglio comunale avea 15 consiglieri, dei quali 5
soli erano di Ponte. Ora, appunto per l’aumento di popolazione di Ponte,
in virtù della decisione della Giunta amministrativa di Benevento del dì
16 luglio 1907 (articoli 57, 118 e 269 legge comunale e provinciale),
contestata da Paupisi, e confermata in sede contenziosa dalla 4ª sezione
del consiglio di Stato con decisione 6 marzo 1908, il numero dei
consiglieri è aumentato a 20, cioè 10 per Ponte e 10 per Paupisi. E a
causa dei conflitti tradizionali e inconciliabili, la vita
amministrativa del comune è gravemente turbata, e spesso può dirsi del
tutto paralizzata; — ed è questa una causa permanente che non sono
riusciti a distruggere né potranno mai riuscirvi i commissarii regi. E
vi è di più: i 10 consiglieri di Ponte manifestano la pericolosa
tendenza di far deliberare che la sede del capoluogo sia trasferita a
Ponte; il che menerebbe nientemeno alla conseguenza di far diventare
Paupisi la frazione. E questo grave e pericoloso conflitto non può
essere evitato, se non con la separazione.
D’altra parte poi le aspirazioni di Ponte di diventare comune autonomo
sono giustificate non solo dalle tradizioni e dal progressivo sviluppo
sopra notati, ma come accennammo, anche dalle condizioni di bilancio.
La frazione di Ponte oggi, nel bilancio proprio, è caricata di queste
spese:
ufficio comunale (casa, segretario, stato civile, anagrafe); ufficio di
conciliazione; pubblica sicurezza; istruzione elementare (due maestri);
servizio sanitario (medico condotto proprio). Ed ha poi nel bilancio
sociale col capoluogo circa la metà della spesa. Invece, con lo schema
che abbiamo presentato per un bilancio del comune autonomo, la borgata
di Ponte dimostra che essa può provvedere da sola a tutti i suoi servizi
con le sole rendite patrimoniali e di centesimi addizionali sul tributo
fondiario. Onde la sua autonomia sarebbe così sostenuta anche senza
bisogno di ricorrere agli altri tributi autorizzati dalla legge.
E i consigli locali (comunale e provinciale) hanno perciò manifestato
pareri favorevoli pel distacco e per l’autonomia.
Confidiamo quindi che, in vista di tali condizioni, la Camera vorrà
approvare il disegno di legge che proponiamo con questi due articoli:
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1
La frazione Ponte è distaccata dal comune di Paupisi e costituita in
comune autonomo a decorrere dal 1° luglio 1913.
Art. 2.
Il Governo del Re è autorizzato ad emanare tutte le disposizioni
necessarie per l’attuazione della presente legge.
Tratto
da "Ponte tra cronaca e storie" di Giuseppe Corbo |