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"Da Morcone ad Oxford"
Sulle tracce di un’
antica iscrizione.
In epoca romana l’ampia area
fra Circello, Morcone, Castelpagano venne a costituire cuscinetto
fra il Sannio Pentro (Bojano) e quello Irpino ricadente sulla
nuova colonia di Beneventum.
Tale circondario costituì
per diversi secoli un’enclave autonoma costituita da una colonia
di Liguri Apuani conosciuta col nome di Liguri Bebiani ed avente
centro amministrativo nell’odierna località Macchia di Circello.
Lo stesso storico romano Tito Livio ci attesta la deportazione
in Hirpinis di oltre 40.000 persone sotto i consoli Publio
Cornelio e Marco Baebio (176 – 177 a.C.), da cui dividendosi si
denominarono in Liguri Corneliani e Baebiani ….Ligures qui
cognominatur Corneliani et qui Baebiani . Proprio dal
territorio di Morcone, appartenente alla Repubblica dei liguri
Bebiani proviene uno dei maggiori documenti archeologici sulla
presenza di questa comunità e di proprietà della casa imperiale
dei Giulio-Claudii; come già documentati dalla più nota Tavola
Alimentaria di Macchia di Circello. Si tratta di una piccola
iscrizione opistografica (incisa) su una tabella bronzea ansata
che con poche varianti di testo presenta sulle due facce, una
dedica alla Dea Bellona di una lucerna votiva, da parte di un
certo Tricunda; detto servus villicus di un Tiberio Claudio
Nero (il futuro imperatore Claudio) datata addirittura al 13
giugno dell’11 d.C..
Il testo, con lievi varianti
è grossomodo il seguente:
T(ito) STATILIO TAURO/
M(anio) AEMILIO LEPIDO
CO(n)S(ULIBUS)/
TRICUNDA,
SUIS ORNAMENT(is)
LIBENS ANIMO
DONUM/
DAT IDIB(us)
IU(nis)
IN LICURES
BAEBIANOS
Si rinvenne in Contrada
Coffiano, in un periodo impreciso che secondo alcuni fra cui
l’archeologo Iasiello che vi ha dedicato un ampio studio dovrebbe
“essere individuata intorno alla metà degli anni ’70 del secolo
scorso”.
Personalmente pensiamo di
poter ascrivere tale scoperta a poco prima dell’annessione di
Morcone a Benevento avvenuta 1861, poiché il Mommsen nel
trascrivere il testo nella sua monumentale opera annota il
ritrovamento ….REPERTO EST MORCONE (PROV. MOLISE) CONTRADA
COFFIANO.
La prima citazione pubblica
del ….”piccolo bronzo rinvenuto nel contiguo fondo di Goffiano,
e che possiede il Deputato del nostro Collegio di Morcone
Onorevole Colasanti”…è del Collese Giosuè D’Agostino nominato
Ispettore alle Antichità nel 1875.
Questi durante una seduta
straordinaria tenuta dal consiglio di Circello (12 febbraio del
1876) per l’istituzione di un mai realizzato museo municipale
sull’area dell’Alto Tammaro parlò ampiamente delle testimonianze e
presenze dei Ligures nell’area e dell’iscrizione pervenuta nelle
mani dell’on. Luigi Colasanti.
Sfumata l’idea di un
Antiquarium o Museo Municipale e quindi anche la vendita (forse
già in trattativa) del prezioso reperto, il Colasanti tentò la
cessione al Museo nazionale di Napoli, tramite l’appoggio di e
conoscenza di noti studiosi come il Minervini ed altri.
Nel frattempo anche per
aumentare il valore commerciale dell’oggetto, vi si aggiunse una
catenella ed una lucerna bronzea coeva, ma di provenienza
sconosciuta.
La richiesta di mille lire
ritenuta troppo alta per l’epoca (1883) anche se avallata da
ottime credenziali portò a lunghe trattative ancora in corso nel
1885, data in cui venne scritta da Morcone una lettera di
presentazione, per il figlio Paolo presente a Napoli per perorare
la causa.
Fallita la vendita col Museo
Nazionale venne infine acquistata nel 1892 dall’Evans per la
costituenda collezione dell’Ashmolean Museum di Oxford ovè
conservata col numero d’inventario 1892.33 A.
Stefano
Vannozzi
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